Avicii suicidato con un pezzo di vetro. News

Pubblicato da Eleonora il

AVICIINews Avicii: le ultime novità che arrivano da TMZ, direttamente dall’America, danno Avicii suicidato con un pezzo di vetro derivante da una bottiglia di vino rotta.

Il 22 maggio 2018 la famiglia ha dichiarato che i funerali si terranno in forma strettamente privata. Con solo gli amici e i parenti più stretti.

Secondo quanto emerso dal sito di gossip americano TMZ Tim si sarebbe tagliato i polsi e il collo, ma sul particolare del collo ci sono pareri discordanti e sarebbe morto per dissanguamento. Tim avrebbe anche lasciato una lettera per i familiari e gli amici.

Queste news devono ancora essere confermate e per il momento sono solo indiscrezioni.

Purtroppo ciò che è sicuro è che Tim sia morto a Muscat, in Oman, il 20 aprile scorso, mentre era in vacanza con gli amici.

Ora le cose strane in questa vicenda sono molte.

Innanzitutto perchè suicidarsi proprio ora che aveva finito i concerti e aveva trovato una stabilità con la fidanzata Tereza.

Aveva un’anima tormentata come tutti gli artisti geni, era oltre gli altri musicisti.

 

L’ansia di Avicii

AVICIIL’anima di Tim era un’anima sensibile e artistica e sono proprio queste anime a soffrire di ansia e a soffrire del troppo stress.

Sicuramente Tim aveva sopportato troppo i ritmi stressanti dei tour e dello stress di essere una star. Lui che non si sentiva una star, e non voleva esserlo.

Spinto dal manager e dal senso di responsabilità aveva portato il suo corpo oltre quello che era in grado di sopportare. Fino a dire basta, nel 2016. Basta a quella vita stressante e che non gli apparteneva.

In un’intervista Tim riferiva di essere timido ed introverso e di non voler stare al centro dell’attenzione e al giornalista che incredulo gli rispondeva che lui ERA al centro dell’attenzione, Tim rispondeva che lo sapeva e che era questo il problema.

Per capire Tim dobbiamo tornare un momento indietro.

 

Tim Bergling

Tutto nasce dalla sua cameretta dove faceva musica. Iniziava a mezzogiorno, con i suoi amici e non smetteva fino a che non aveva finito quello che aveva iniziato.

A chi gli diceva di continuare il giorno seguente rispondeva: ” Domani ne facciamo un altra”.

Tim era un grande lavoratore, non smetteva mai di lavorare, in giro, a casa, in aereo, anche prima dei concerti era sempre con il suo Mac, con le cuffie, a fare musica. Sempre.

Quando conosce Arash che diviene il suo manager, viene spinto da lui prima al grande successo con Levels e poi ai tour senza fine.

I cantanti hanno tour diversi, i cantanti vanno in tour quando finiscono un album e fanno 10 o 15 date in tutto. Per i dj non è cosi.

I dj possono suonare il lunedi, il martedi, il mercoledi, insomma tutti i giorni.

Ed è cosi che Tim si è ritrovato a fare 300 concerti in un anno, vivendo in aereo per il restante del tempo sballottolato da un capo del mondo all’altro.

C’è proprio un tipo di depressione che colpisce il 70% dei dj, anche lo stesso Carl Cox negli ultimi due anni ha deciso di rallentare le sue date.

AVICIII motivi della sua ansia possono essere ritrovati nella sua anima sensibile, come solo quella degli artisti sa essere. Tim era un vero genio della musica. Come Bach o come Michael Jackson. Tim componeva senza toccare i tasti, lui aveva la musica nella testa.

Basta ascoltare le sue canzoni per capirlo.

Molti lo definiscono l’unico dj che sia diventato famoso solo per le sue doti.

Tim non voleva soldi, come da lui stesso dichiarato, per lui bastava poco. Lui voleva solo comporre in disparte. Invece la macchina del business voleva da lui sempre più concerti che lui non riusciva più a fare.

E’ per questo che ha deciso di non esibirsi più live, ma di fare solo ciò che amava fare: la musica.

Ma non è bastato. Evidentemente si era spinto troppo oltre.

Forse l’inizio della fine è da ritrovarsi in Australia.

Avicii suicidato con un pezzo di vetro

Siamo al 9 marzo 2013. Tim si è esibito il giorno prima a Melbourne e sta volando a Sidney per un altro concerto, è ancora sull’aereo quando inizia ad avere un mal di pancia pazzesco, atterrato lo ricoverano in ospedale per pancreatite acuta.

AVICIIOra non so se voi sappiate cosa sia la pancreatite acuta, ma vi assicuro che è uno dei dolori alla pancia più atroce che si possa provare. Per curarla, come dice lo stesso Tim, non si può nè mangiare, nè bere e si possono solo prendere antidolorifici. E lui in quelle condizioni, viene convinto ad esibirsi lo stesso al concerto della sera stessa, e poi anche il giorno dopo…

Dai video originali in ospedale si vede Tim a pezzi, ma che nonostante la malattia è sul letto dell’ospedale con il suo Mac a comporre musica e si fa convincere dal manager a esibirsi ugualmente la sera stessa.

Se si è sentito costretto ad esibirsi in quelle condizioni è evidente come il suo senso di responsabilità fosse così forte da spingerlo oltre le normali condizioni di sopportazione.

news aviciiMa basta vederlo salire sul palco, dolorante, con la schiena curva, per capire molto di Tim.

Anche quando camminava o saliva sui palchi a ritirare premi si vede un Tim timido e introverso che dice solo il minimo indispensabile, ringrazia, sorride, sempre un po’ curvo e timido.

Guarda il video della premiazione agli EDM American Music Awards.

 

Cercava di stare in disparte ma il mondo lo voleva al centro dell’attenzione.

news aviciiEra un introverso. Quando si mette a leggere libri di psicologia fa una rivelazione agli amici. Dice loro di aver capito che essere introverso e di aver capito che questo non è una cosa brutta  come credeva, e questo lo fa sentire meglio. Lui voleva solo stare in disparte, solo questo. In disparte a fare musica.

I soldi a Tim non sono mai importanti, questo è ben evidente, anzi tra i suoi gesti più ammirabili ci sono prima quello di creare la più grande organizzazione di dj al mondo per donare un milione di euro contro la fame nel mondo e poi quello di donare lui stesso milioni di euro alla causa.

Il problema forse sta in questo forte senso del dovere e del non voler deludere il suo manager e i suoi fan.

Arash, il manager, gli ricordava sempre oltre a quanti soldi avrebbe perso, che avrebbe perso anche la sua reputazione. Questo lo aveva sempre fatto andare avanti.

avicii

Fino a dire basta nel 2016 per poi cercare di spiegarlo ai suoi fan nel 2017 con il film documentario Avicii True Stories.

Nella lunga lettera che Tim scrive ai fan c’è veramente tanto di lui.

 

 

L’addio ai live

La lettera letta oggi sembra quasi una lettera di addio scritta due anni prima.

Nella lettera ci sono veramente tanti, tantissimi ringraziamenti, soprattutto a tutti i fan di qualunque tipo anche a chi si è imbucato ai suoi concerti o a chi ha scaricato la sua musica. Ci sono ringraziamenti ai suoi amici colleghi che ci sono stati fin dal primo giorno, per cui TiM stesso confida che sarebbe potuto non essere vivo senza di loro. Forse una macabra consapevolezza. Ringrazia Ash, tutti i musicisti, tutta la sua etichetta e un numero non misurabile di persone. E alla fine della lettera lascia anche un numero di telefono per chi volesse ulteriore spiegazioni. Avete capito bene lascia un numero di telefono. Questo era Tim. Ma chi altro lo avrebbe fatto?

 

Il film Avicii: True Stories

Da tutto ciò emerge quanto lui si preoccupava dei suoi fan, di quello che avrebbero pensato e detto. E da qui nasce anche la volontà del filM/documentario per spiegare tutto, perchè come lui stesso dice, non c’è niente che deve nascondere.

Il suo film è un’esperienza incredibile all’interno la vita e la psicologia di un genio senza paragoni che a soli 28 anni è riuscito a diventare il miglior dj del mondo, a donare milioni di euro contro la fame nel mondo, a produrre canzoni del livello di Levels e Wake me up e a cambiare le sorti di tutta l’edm mondiale e forse anche della musica in generale.

Non posso crederci che un genio di questa portata sia morto cosi, il mondo ha perso veramente tanto.

Non solo perla musica che avrebbe potuto produrre.

Ma per la persona splendida che era.

Un ultimo aneddoto voglio raccontarvi, anzi lo ha raccontato il regista del suo film che lo ha seguito per vario tempo e filmato. Quando erano in Madacascar un animale lo ha morso mentre gli stava dando da mangiare e mentre l’amico imprecava contro l’animale lui semplicemente lo difendeva dicendo che non era colpa sua se lo aveva morso perchè pensava che fosse cibo.

O ancora quando parte per un viaggio pazzesco da Los Angeles a Miami con la sua crew per fare musica, allestendo uno studio itinerante nei vari posti, come nel mezzo del Gran Canyon, oltre ad essere un’avventura incredibile il nome della crew diviene the crew of the prince Liam. Liam è il suo cane, ecco come si vede la non volontà di Tim di essere al centro dell’attenzione.

Io non so se sono stata chiara. Forse per spiegare l’animo di una persona del genere un articolo non basta. So che penso che abbiamo perso una persona veramente straordinaria. E che la sua morte cosi tragica sia al tempo stesso inaccettabile, ma facente parte di un’anima cosi diversa dalle altre.

La sua morte ha letteralmente scioccato tantissime persone. Nella vita ci sono davvero tante ingiustizie. E questa lo è sicuramente.

Ciao Tim, ancora non ci credo.

 

Aspettiamo ulteriori notizie, il comunicato della polizia e i risultati delle due autopsie effettuate.

Se vuoi saperne di più su Avicii puoi leggere Come è morto Avicii? 

 

La ragazza con gli stivaletti bassi

 

 

 

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